VIII

Esimio popolo della vera fede, carissimi Manipoli, ritorno a scrivere per mettervi a conoscenza degli ultimi sviluppi di alcune vicende umane che ci riguardano strettamente, nonché per salutare l'ennesima annata sportiva che, purtroppo, ha visto un alternarsi di troppi scuri (ad eccezione dell'affabile pantegana che mi funge da radiosveglia) e pochi chiari. In attesa delle attesissime cene di fine stagione e del mondano happening estivo (Manipolo Summer Party) presso l'alchemico e lussureggiante parco di Villa Tianni, sorrido pensando all'incredibile similitudine tra il mio mondo e quello Manipolo in fatto di chiaro-scuri: l'opacità, si sa, escludendo il Fattore (nel senso di bifolco) Primo, è dovuta a molteplici cause spesso involontarie ma, scavando più  in profondità, la maggior parte delle volte comunque riconducibili alla volontà degli individui. il Fato, sia esso avverso o complice, incide a mio parere sui dettagli, non sulla struttura degli eventi. Arrivando alla questione, il primo parallelo tra il mio mondo e quello Manipolo ha lo stesso comune denominatore: la parola "assenza". Assente dalla liturgia è stato il neo Vescovo Gardin  che, pur fresco di nomina e temprato in durezza anche se non a livelli di antisfondamento, ha mancato in officio et impegno, preferendo il "chip" al "time out"; parallelamente, assenti dal campo di basket sono stati quest'anno in troppi nei modi e nei tempi; e, si badi bene, l'assenza (mentale) può coesistere con la presenza (fisica). Liturgia e basket richiedono sacrifici.

Di più: il basket è liturgia e come tale richiede sacrifici. Ma è forse troppo sacrificio il trovarsi due volte a settimana con degli amici per celebrare insieme una passione che li unisce? Ecco, mi è parso di notare un affievolimento della passione, in quest'annata di inizi felici e tristi epiloghi... e questo, a mio modo di vedere, è un peccato (l'unico che possa essere meritevole di pubblica ammenda), specie in questo rinnovato contesto, dove le vacche magre del passato sono state bellamente sepolte. E a chi potrebbe muovere a pretesto l'età media Manipola non più di un verde acceso o i sempre più fastidiosi impegni di lavoro, faccio presente che è arrivata prima nel girone Manipolo nonché in finale playoff per il secondo posto una squadra non certo di juniores e di disoccupati.

Eppure, amate pecorelline, il mio animo è sereno e il mio cuore pulsa di gioia: perchè in fondo ad ogni tunnel può risplendere una luce! Ed ecco che spero ardentemente che queste mie parole possano allontanare le nubi che oggi gettano ombra sul nostro presente affinché il sole torni a splendere. E immagino che i raggi di questo sole illuminino il Vescovo Gardin e si rifrangano e si moltiplichino su ogni spigolo sfaccettato del suo robusto corpicione di grezzo cristallo; e che questi raggi siffatti riflessi possano entrare nel buio spogliatoio Manipolo e illuminare di ritrovata amicizia i presenti. I Presenti, si badi bene! Non più gli "Assenti"!!! Ah, che bello essere inguaribili ottimisti...

A proposito di ottimismo: ho incaricato il mio adorato Nunzio Francesco della Torre della Consolle di compiere un lungo pellegrinaggio negli Stati Uniti: resterà lì per ben tre mesi per una serie di conferenze propedeutiche a scopo educativo presso gli asili e le scuole elementari dei vari Stati. Ultimamente, infatti, quel povero Paese è stato teatro di innumerevoli scandali riguardanti reiterati abusi su minori ed è grande l'interesse da parte degli americani sui temi della Vera Fede. Vista l'età media degli spettatori che sarà presente alle conferenze, io e Nunzio Francesco abbiamo pensato di dare un taglio accattivante al tema del dibattito, per coniugarlo meglio alle esigenze degli imberbi auditori: il nome della tournee conferenziera si chiamerà dunque "Chi ha paura dell'uomo in nero?". Siamo certi che riscuoterà un enorme successo...

Così è scritto.

Vostro M.XVI

 


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